14 dicembre 2001
Non siamo noi due.
Non è possibile.
Non ci voglio credere.
Non l'ho fatto davvero.
Non l'hai fatto tu.
Non abbiamo fatto nulla.
Non è successo.
E invece si.
Ti telefono.
Parliamo, distaccati, imbarazzati, te lo chiedo in maniera fredda, come se non si trattasse di noi, e mi ripeto ossessivamente nella testa che "non siamo noi due" o forse si.
"Ciao, come stai, senti quello di ieri ecco, non succederà mai più, non dirlo a nessuno, me lo devi promettere. Ti devo chiedere un'altra cosa..." pausa, respiro lunghissimo "mi sei venuto dentro?"
"Non me lo ricordo, non lo so, forse si."
" Come fai a non saperlo, come fai a non ricordarlo, Cristo Santo "
"Cosa facciamo?"
"Tu hai fatto abbastanza, lascia stare, ci penso io, dai, ti saluto, ci vediamo per le lezioni, ciao."
Fantastico penso tra me e me, devo andare al pronto soccorso a farmi dare la malefica pillola del giorno dopo, non l'ho mai presa, ho paura di star male, ma non posso fare altro, non mi pare il caso di procreare a 21 anni, in piena università, senza lavoro, senza fidanzato, o meglio, un fidanzato ce l'avrei anche, ma non posso certo dirgli che probabilmente mi ha messo incinta il mio allievo.
Va bene, mi decido, vado al pronto soccorso di Cernusco sul Naviglio, è il più vicino a casa mia, fa un freddo cane, è dicembre.
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